Chi si incontra in terapia?

Una domanda semplice, solo in apparenza.

Rispondere a questa domanda, in apparenza semplice e lineare, apre molti altri quesiti su cui è interessante svolgere lo sguardo e riflettere insieme.

Di primo acchito potremmo sostenere che nella stanza di psicoterapia si suppone di poter incontrare un professionista abilitato a svolgere la professione di psicologo e che ha poi perfezionato il suo corso di studi con la specializzazione in psicoterapia. E in effetti, è così: incontriamo uno psicoterapeuta. Solo questo? No.

Non incontriamo solo uno psicoterapeuta ma anche noi stessi per iniziare. Trovarsi in quello spazio vuol dire anche fare i conti con alcuni dei nostri bisogni, alcune dei nostri timori e molte delle nostre speranze.

Temiamo di poter non essere compresi o giudicati anche se speriamo che quella persona, quello psicoterapeuta possa aiutarci ad uscire da un momento di difficoltà. Speriamo che quella persona possa sostenerci, starci vicino. Non sappiamo esattamente cosa troveremo in quella stanza, perché è l’inizio di un grande viaggio che parte da noi, dalla precisa scelta in un determinato momento della nostra esistenza di mettere un punto e occuparci di qualcosa che ci riguarda da molto vicino.

Due menti che si incontrano

È sufficiente come risposta? Probabilmente no, se consideriamo due aspetti.

In primo luogo, l’evoluzione della psicoterapia come pratica clinica che si occupa della cura della sofferenza emotiva della persona. Dagli anni Ottanta in poi abbiamo assistito ad una grande rivoluzione nel nostro campo e tutti gli approcci tendenzialmente concordano nel considerare come elemento di cura centrale la relazione che si instaura tra terapeuta e paziente.

Questo ci permette di avvicinarci al secondo punto. Da Oltre abbiamo una visione complessa della psicoterapia, in linea con i suoi più recenti sviluppi. Potremmo definirla come una visione relazionale che mette al centro dell’indagine psicologica proprio la relazione che si instaurerà tra terapeuta e paziente. Per cui possiamo aggiungere che in quella stanza incontreremo anche prima i semi e poi i germogli di un nuovo legame, di una nuova relazione che si co-costruirà man mano nelle settimane e nel tempo con il proprio psicoterapeuta. Menti che si incontrano e che danno luogo ad una diade unica, diversa da altre.

Aprirsi alla complessità

Sono quindi tre gli aspetti che dobbiamo attenderci di fare esperienza, l’altro (lo psicoterapeuta), noi stessi e la relazione che si costruirà nel tempo tra le due parti.

Tutto questo fa pensare ad una grande complessità che in effetti sembra essere racchiusa nell’apparente semplice domanda: chi si incontra nella stanza della psicoterapia?


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